Un approfondimento sull’attività del quadrato nel quadrato

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Ecco un lavoro approfondito sull’attività del “quadrato nel quadrato”, presente sul testo “Figure Piane A” di Emma Castelnuovo. Si tratta di una parte del master per formatore in didattica della matematica (Miur Università di Pisa), di Antonella Castellini, che ce lo ha voluto gentilmente fornire. Riportiamo qui la prima parte del lavoro, per l’intero documento cliccate il link sotto. Grazie Antonella!

  1. IL QUADRATO NEL QUADRATO

 

4.1 Motivazione della scelta

 

Non inducete i ragazzi ad apprendere con la violenza e la severità,

ma guidateli invece per mezzo di ciò che li diverte, affinché possano

meglio scoprire l’inclinazione del loro animo”.

(Platone, Repubblica VII).

 

La motivazione della scelta di questo percorso e in particolare di questa attività, è da ricercare nel mio incontro con Emma Castelnuovo. La lettura dei suoi libri, tanto tempo fa, mi fece vedere la matematica sotto aspetti che io non avevo mai conosciuto né come studente né come insegnante. Posso dire che solo allora ho incontrato la matematica come strumento per citare le parole di Bruno De Finetti: “..la funzione creativa della matematica viene fatta apprezzare mostrando la matematica non come un’astrazione morta e statica, ma la matematica come strumento”. (De Finetti, 1975, p.55-62).

Da allora, ho iniziato a fare (modelli, costruzioni ecc) ed ho provato in prima persona il piacere di “scoprire”; ed è da quel momento che ho  iniziato a lavorare in classe in modo diverso, ideando attività e percorsi che fossero significativi per l’apprendimento cioè in grado di suscitare motivazione e creare competenze evitando segmentazioni e “compartimenti stagni”.

Se esaminiamo  l’etimologia di “apprendere”, vediamo che  deriva dal latino ad prehendere, che si potrebbe tradurre in “afferrare con la mente”. Il significato porta immediatamente a un  ruolo attivo  da parte dell’alunno ben diverso dal solito  “imparare”, cioè acquisire una serie di conoscenze mediante lo studio e l’esercizio. In particolare su Wikipedia si trova questa definizione: “Apprendimento è la modificazione del comportamento che si basa sull’esperienza e che dura nel tempo. L’apprendimento è dunque un processo “esperienza-dipendente”, è un processo attivo di acquisizione di comportamenti stabili in funzione dell’adattamento”.

Inoltre perché ci sia apprendimento, la psicologia dice che deve esserci una stimolazione diversa dal solito che porti alla soddisfazione di colui che apprende.

In tal senso posso affermare che la prima ad apprendere sono stata io, dato che ho modificato completamente il mio comportamento in classe!

Questo è anche quello che tengo sempre presente nei corsi di formazione ai docenti infatti punto sui seguenti aspetti:

 

  • renderli attivi
  • suscitare interesse
  • portare alla scoperta
  • creare soddisfazione
  • far ricollegare nozioni astratte con aspetti “pratici”
  • creare momenti di discussione e confronto

 

In pratica adottare anche con i docenti in formazione la didattica laboratoriale e tecniche di apprendimento cooperativo.

 

Ricordando ancora Emma Castelnuovo, quando le fu chiesto: “lei cosa consiglierebbe oggi a un insegnante? Qual è la dote più importante per un insegnante quando ha di fronte gli allievi?”

la sua risposta fu:

“mettersi allo stesso livello, cioè suscitare interesse e quindi discussioni, accettare domande su domande, anche le più balorde. Accettare delle domande a cui, là per là, non sa rispondere e non avere scrupolo di dire: guardate non lo so. Questa è la cosa fondamentale indipendentemente dalla materia che si insegna.”

 

estratto-tesi pdf

 

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